Sostenibilità

La vera pelle può essere davvero sostenibile?

Tutte le produzioni umane hanno un impatto sul clima. In un momento in cui la società è sempre più attenta alla sostenibilità dei prodotti, l’industria della pelletteria non si tira indietro. Il nostro Pianeta ci chiede aiuto, ha bisogno di materiali che siano sostenibili, riciclabili e biodegradabili. Le materie prime naturali come la pelle ed il cotone, se prodotte in modo etico e corretto, aiutano a ridurre la nostra impronta sul clima. Tali materiali, opportunamente lavorati, si biodegradano a fine vita evitando l’inquinamento da microplastiche che generano invece quelli sintetici. Ovviamente i processi di trattamento della pelle variano in base ai paesi ed alle loro leggi che ne regolamentano l’esecuzione. In alcune nazioni dell’Asia che sono grandi produttori di pellami, ad oggi non hanno gli stessi standard qualitativi vigenti in Europa.

Il settore manifatturiero della pelletteria di fatto ricicla uno scarto inevitabile dell’industria alimentare, di cui la pelle costituisce un sottoprodotto, per produrre un materiale durevole nel tempo ed unico che altrimenti andrebbe buttato. Questo processo aiuta a ridurre l’impatto ambientale, di fatti il mancato utilizzo della pelle in favore di materie plastiche sintetiche non diminuirebbe l’abbattimento dei capi di bestiame né tantomeno la deforestazione, ma aiuterebbe solo a generare maggiori rifiuti plastici. È opportuno sottolineare che l’industria della pelle riutilizza le quantità offerte dall’industria alimentare e non viceversa. Ovvero maggiori saranno i quantitativi di carne e latte richiesti dall’industria alimentare, tanto più pellame verrà recuperato dall’industria della pelle.

La qualità delle pelli dipende molto anche dal benessere dell’animale. I materiali migliori non possono di fatto provenire da allevamenti intensivi. Secondo il rapporto UNIC 2019, l’Italia è il primo paese europeo per la produzione di pellami pregiati, copre circa il 65% della produzione europea ed il 23% della produzione mondiale. La materia prima prodotta in Italia è solitamente destinata ai prodotti di alta moda e di alta artigianalità come quelli realizzati da Alberto Olivero.
Per quanto riguarda il processo conciario, vengono impiegati dai 20 a 55 litri di acqua per kg di pelle (Fonte dati settoriali UNIC, Ecolabel calzatura, Decisione Commissione UE 2020/1805), da 0,5 a 1 kg di prodotti chimici per kg di pelle (Fonte dati settoriali UNIC) e dai 0,2 ai 0,6 kg di rifiuti per kg di pelle (Fonte dati settoriali UNIC); peraltro, l’industria conciaria non produce rifiuti tossici (a parte un minimale residuo di circa il 2-3% di rifiuti classificati come pericolosi).

Noi come fashion brand stiamo investendo molto nella sostenibilità, i clienti ed il pianeta ce lo richiedono. Prediligiamo l'uso di fibre naturali ovunque sia possibile azzerando l'inutile dipendenza dai materiali basati sui combustibili fossili, infatti i nostri prodotti sono tutti plastic free.

Compiamo un’attenta e accurata attività di ricerca sui materiali impiegati, ogni fornitore viene selezionato in base a severi criteri bio, il rispetto della natura in tutto il ciclo di produzione è fondamentale per noi. Promuoviamo il concetto di slow fashion, realizzando artigianalmente accessori durevoli nel tempo, che possono essere usati intensivamente, ma anche riparati e rimessi a nuovo.

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