Sostenibilità

Stagionale o continuativo?

Due modi di concepire la moda a confronto

Cosa ci viene in mente quando sentiamo parlare di “moda”? Probabilmente pensiamo alle grandi Maison italiane, alle passerelle e alle sfilate di haute couture dagli stili stravaganti ed eccentrici, assieme all’idea di stagionalità e rinnovamento continuo.

Negli ultimi anni, il dinamismo legato alle proposte stilistiche ha subìto una ulteriore accelerazione, grazie anche allo sviluppo e alla diffusione della tecnologia e della condivisione di informazioni in tempo reale. L’emblema di questa evoluzione è rappresentato dalle figure degli influencer, le cui scelte manipolano e veicolano gran parte della domanda dei giovani consumatori. Abbiamo assistito, insomma, al dilagare di un modello di consumo fortemente legato alle tendenze del momento; il fenomeno, noto come fast fashion, risulta capace di lanciare sul mercato nuovi capi d’abbigliamento in tempi brevissimi, integrando le fasi di design, produzione e distribuzione del prodotto, rispondendo quasi in tempo reale ai trend emergenti.

Ma sono davvero tutte rose e fiori? In realtà, il fenomeno genera profondi dubbi in riferimento alla sostenibilità di lungo periodo di una filiera così veloce.

Un modello capace di rendere disponibile “just in time” collezioni a basso prezzo, infatti, nasconde costi significativi in termini di impatto ambientale e sociale, privilegiando la ricerca di novità rispetto alla qualità dei prodotti.

Un’alternativa al modello appena descritto è rappresentata dalle cosiddette collezioni continuative, che preferiscono orientarsi su un linguaggio coerente e distintivo piuttosto che seguire i fugaci trend imposti da personaggi di dubbia competenza stilistica.

In questo caso, la “novità” non è frutto di una spasmodica rincorsa all’ultima tendenza, ma il risultato di un’accurata ricerca e di continue sperimentazioni creative. Da questa idea nascono linee che possiamo considerare “evergreen”, che si arricchiscono sistematicamente di nuovi articoli del tutto originali e frutto dell’inventiva dei designer piuttosto che risultato di manovre commerciali ad hoc destinate a dissolversi al primo soffio di vento.

La degenerazione del concetto di stagionalità ha portato e continua a portare numerosi operatori del settore a spostarsi sul fronte del continuativo, abbandonando la logica pull e ripartendo con una politica push; quale delle due visioni avrà la meglio?

L’amletico dilemma continua...

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